18 ott 2016
Scarico della colonna vertebrale, una buona abitudine che andrebbe mantenuta
La colonna vertebrale
Per i fini di questo articolo possiamo affermare che la Colonna vertebrale, detta anche “rachide” è una struttura osteo-cartilaginea costituita da segmenti ossei, le vertebre, intervallati da dischi cartilaginei, i “dischi intervertebrali”.
Si è soliti suddividere la colonna vertebrale in 4 regioni, chiamate (procedendo in senso cranio podalico) regine cervicale (7 vertebre), regione dorsale (12 vertebre), regione lombare (5 vertebre) e regione sacro-coccigea (5 vertebre sacrali fuse tra loro e 3 o 4 vertebre coccigee fuse in un unico osso, il coccige, dove solo la prima vertebra mantiene un abbozzo di caratteristiche tipiche delle vertebre).
La colonna vertebrale, vista lateralmente presenta fisiologicamente 4 curve (2 a concavità anteriore dette cifosi che troveremo nella regione dorsale e sacrale del rachide e 2 a concavità posteriore dette lordosi che invece troveremo a livello cervicale e lombare della colonna) mentre sul piano frontale il rachide si presenta pressoché diritto.
Dalla sovrapposizione di tutte le 33 vertebre si viene a costituire sia un “canale vertebrale”, che accoglie il “midollo spinale”, che degli spazi intervertebrali in cui trovano luogo le 33 paia di radici spinali del midollo spinale da cui si dipartono i cosiddetti “nervi spinali”.
Le vertebre sono le unità funzionali del rachide e posseggono sia delle caratteristiche comuni a tutte le vertebre che caratteristiche specifiche del tratto a cui ogni vertebra appartiene. Ad esempio le apofisi spinose delle vertebre toraciche si presenteranno più lunghe e appuntite delle apofisi spinose lombari che saranno invece di forma rettangolare e tozze, così come le vertebre cervicali saranno le uniche ad avere i “fori intertrasversari” danti passaggio ad arterie e vene.
Colonna vertebrale nella quotidianità
Ogni giorno, sia per la forza di gravità che per la tensione esercitata su di essa dai muscoli che attraverso i tendini vi trovano inserzione, la nostra colonna vertebrale è continuamente sollecitata in compressione. Questa forza di compressione subita dalla colonna vertebrale viene contrastata dalla presenza dei dischi intervertebrali. I dischi intervertebrali sono strutture cartilaginee composte da un anello di fibrocartilagine, “l’anello fibroso” più esterno che circonda una porzione centrale cartilaginea maggiormente idratata chiamata “nucleo polposo”.
La percentuale di acqua contenuta nel disco intervertebrale normalmente è del 70% in un bambino, percentuale destinata a ridursi per disidratazione con il progredire dell’età. Il disco intervertebrale non possiede una propria irrorazione ematica, ma per osmosi riceve nutrimento dai, e cede cataboliti ai, capillari più vicini. Per questo motivo quando i dischi sono sotto pressione tendono a cedere per osmosi acqua ai piatti vertebrali delle vertebre adiacenti, mentre quando sono in decompressione, sempre per osmosi, tendono a reidratarsi. Questo spiega il perchè al mattino appena svegli la nostra statura sia superiore di circa 2cm a quella che ci caratterizza dopo una intera giornata di lavoro. Dopo una giornata di lavoro i dischi possono diminuire del 10% il loro spessore.
“Scarico” della colonna vertebrale
Ogni giorno quando rientriamo a casa dopo una giornata di lavoro o studio il nostro rachide si trova in una situazione di compressione con relativa disidratazione discale, soprattutto lombare, e i muscoli, specialmente quelli della regione lombare, in uno stato di tensione dato dalla loro sollecitazione mantenuta svariate ore durate la giornata. Difatti sia quando siamo in piedi che in posizione seduta i muscoli della regione lombare vengono sollecitati rendendo possibile il mantenimento della posizione eretta del busto. Di seguito due esercizi da potere eseguire per decomprimere i dischi intervertebrali e quindi reidratarli e contemporaneamente allungare i muscoli lombari permettendo così un loro rilassamento.
Primo esercizio
Coricatevi con la schiena a terra, le gambe appoggiate su una superficie rialzata (una sedia, dei cuscini in pila ecc.). L’ottimo sarebbe se le gambe fossero messe abbastanza in alto per fare si che i glutei non poggino a terra. La testa deve essere tenuta in estensione.
Dovete cercare di tenere il mento il più vicino possibile al collo e immaginare che vi sia una corda che tira linearmente verso dietro (come a dovere allontanarla testa dalle spalle).
Mantenete questa posizione per 15’/20’ ristendendo ogni 5 minuti la testa che, vedrete, tenderà a tornare nella posizione assunta prima di iniziare l’esercizio.
Secondo esercizio
Coricatevi in posizione prona (pancia in giù) su di una swissball (la sua forma sferica e la sua consistenza morbida la rendono l’oggetto più adatto a questo esercizio) trovando la posizione più stabile e rilassatevi il più che potete.
Se rischiate di addormentarvi vuole dire che state eseguendo bene l’esercizio. Più posizionerete la palla vicino alle pelvi più allungherete la muscolatura e il rachide lombare, viceversa più avvicinerete la palla allo sterno maggiormente allungherete la muscolatura e il rachide dorsale.
Anche in questo caso mantenete la posizione per 15'/20’. Nel corso della stessa sera potete eseguire sia uno che entrambi questi esercizi.
Conclusioni
La sensazione che avrete una volta ultimati gli esercizi sarà di benessere alla schiena, la sentirete allungata, meno in tensione. Ripetere ogni sera questi esercizi vi permetterà ridurre la tensione a carico della colonna vertebrale lombare riducendo il rischio di lombalgie e permetterà di mantenere più idratati i dischi intervertebrali.
A cura di Dr. Giuseppe Crisafulli
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