Quando abbiamo bisogno di muoverci velocemente, una naturale progressione motoria che attuiamo è la corsa. Come per il cammino possiamo descrivere la corsa come un movimento ciclico e dividerla in cicli che iniziano con il contatto al suolo di un piede e terminano quando lo stesso piede tocca nuovamente il terreno.
Possiamo distinguere due fasi nella corsa, la prima di appoggio e la seconda di volo, infatti a differenza della deambulazione non abbiamo un momento in cui i due arti poggiano contemporaneamente al suolo ma bensì una fase in cui entrambi sono in volo e non hanno nessun tipo di contatto a terra.
La fase di appoggio si compone di due momenti: l'ammortizzazione, in cui subiamo una decelerazione e in cui muscoli e tendini con anca, ginocchio e caviglia flesse accumulano energia elastica che rilasciano nella successiva fase di spinta con l'estensione dell'arto inferiore, così da rendere possibile la fase di volo. Contemporaneamente nell'arto controlaterale abbiamo una fase di recupero (flessione del ginocchio) e di oscillazione (flessione dell'anca) in cui si prepara l'arto alla fase di appoggio successiva.
Nel momento del contatto al suolo con il piede su di esso agisce una forza di circa tre-quattro volte il peso corporeo e il modo in cui avviene l'appoggio influisce sulla distribuzione di questo carico sulle varie strutture dell'arto inferiore e sull'economia del gesto di corsa.
Sono tre i tipi principali di corridori che possiamo incontrare: chi appoggia prima il tallone (rearfoot striker), chi il mesopiede (midfoot striker) e chi l'avampiede (forefoot striker).
Il contatto prima con il tallone provoca un trasferimento delle forze sull'arto inferiore caricando maggiormente la tibia e il ginocchio, il passo si estende anteriormente e non rimane vicino ai fianchi, si allunga il tempo di contatto al suolo; è il tipo di appoggio che utilizza la maggior parte degli atleti, sia amatoriali che professionisti, nelle corse di lunga durata perché più economico dal punto di vista energetico.
L'appoggio con il mesopiede distribuisce il carico dovuto allo shock dell'impatto uniformemente su anca, caviglia e ginocchio è utile per mantenere una velocità elevata e costante senza affaticare i muscoli e le articolazione della gamba, tuttavia sottopone i muscoli del piede a forti tensioni creando così un impatto con la caviglia.
La corsa sull’avampiede provoca un impatto sulle dita dei piedi e sulla parte anteriore del piede che toccano per prime il terreno. Questa modalità di corsa, è utilizzata principalmente per gli sprint. Tende a sovraccaricare i muscoli del polpaccio e il tendine d’Achille e impatta sull’articolazione delle caviglie.
Quindi ogni appoggio ha i suoi pro e i suoi contro. Dobbiamo inoltre considerare che ognuno ha un suo modello naturale di appoggio e che utilizza uno schema motorio automatico durante la corsa, e questi sono quasi sempre i più economici e funzionali per l'individuo in questione.
Qualunque sia il modello, ogni appoggio implica un impatto con il suolo e quindi degli urti che verranno assorbiti in diverse zone del corpo.
Scoprire il proprio appoggio e lo stile di corsa con un'analisi strumentale e biomeccanica ci aiuta a capire come sfruttare al meglio le caratteristiche personali della corsa e limitare quelli che possono essere i traumi da esso derivati anche con l'ausilio di supporti specifici. (scarpe, plantari ecc)
A cura del Dr. Valerio Pignalosa Conti
Scopri di più sul Corso Istruttore Running;
RECENTI
Leggi altri articoli
Approfondimenti di esperti, consigli di allenamento e tendenze del settore per potenziare il tuo percorso di fitness con noi.

Italian Fitness Academy is Italy's #1 school for becoming a certified fitness instructor.
Numero Verde:
Amministrazione:
Platform
IFA Homepage
Our Courses
Pricing
Job Guarantee
Call to Action
Support
Contact us
FAQ
Sections
Whatsapp Support
Guarantee
Testimonials
Sections
© 2025 Italian Fitness Academy, Inc
Refund Policy
Terms of Service












