La sindrome femoro-rotulea fa parte delle sindromi e lesioni da sovraccarico del ginocchio. Le patologie da sovraccarico del ginocchio comprendono principalmente le tendinopatie, le borsiti e le apofisiti e alcune sindromi tra cui quella femoro-rotulea che approfondiremo in questo articolo. Essa consiste in un rammollimento della cartilagine articolare della rotula dovuta a pressione eccessiva su questo osso conseguente ad un suo mal allineamento o a una sua displasia (anormale sviluppo).
Anatomia del ginocchio
A questo punto dovrei spiegarvi un pò di anatomia e biomeccanica del ginocchio ma vi passo la palla e vi invito a prendere una tavola anatomica e a vedervi come è fatta l’articolazione, quali sono i legamenti e i muscoli maggiormente coinvolti nei movimenti, anche perché quest’articolo verrebbe lunghissimo e io non vorrei risultare troppo logorroico, quindi vi spiegherò le cose che sono sufficienti per comprendere questa sindrome.
La posizione della rotula dipende dalle sollecitazioni esercitate alla periferia dell’osso dalle inserzioni capsulo-legamentose, tendinee e muscolari della bandelletta ileotibiale, del tendine rotuleo e del tendine del muscolo quadricipite femorale. La direzione di queste sollecitazioni è direttamente legata alla posizione della tibia rispetto al femore, che dipende a sua volta dall’età del soggetto e dal grado di flessione del ginocchio.
Alcuni fattori che causano variazioni di posizione della rotula sono un’intrarotazione femorale; un ginocchio valgo; una posizione troppo esterna della tuberosità tibiale anteriore; un difetto di rotazione della tibia per aplasia (mancato sviluppo) o iperplasia (eccessivo sviluppo) di un condilo femorale; un controllo scorretto della posizione della rotula per difetto di forza o di coordinazione muscolare; mal allineamenti posturali. Questi dismorfismi causano un’iperpressione rotulea che ha come conseguenza una sofferenza della cartilagine della rotula (condromalacia).
L'angolo Q
Una cosa molto importante che dobbiamo conoscere è l’angolo Q, che si misura a ginocchio flesso di 30 gradi. Quest’angolo è formato dal muscolo quadricipite femorale e dal tendine rotuleo che a loro volta formano 2 linee immaginarie, una linea che va dal centro della rotula alla SIAS (spina iliaca antero superiore) e una linea che va dal centro della rotula al centro della tuberosità tibiale. Nei soggetti normali la misura di quest’angolo ha valore di 20 gradi, nei soggetti mal allineati è minore o maggiore di 20 gradi.
La sindrome femoro-rotulea
La sindrome femoro-rotulea è presente maggiormente in tutti quegli sport dove il meccanismo estensore della gamba ha il ruolo frenante (corsa, ginnastica, danza, pattinaggio artistico, ecc). L’insorgenza a volte è legata a modificazioni dell’intensità e del volume dell’allenamento (es. aumento del chilometraggio; corsa in salita; ecc.).
La sintomatologia della sindrome si differenza per intensità e durata, variando in base al livello di compromissione. Nell’iperpressione rotulea si ha un dolore sordo medialmente alla rotula o retrorotuleo aggravato dall’attività fisica e soprattutto dal ginocchio tenuto in flessione per tempi prolungati (come in fase di ricezione nella pallavolo). La sensazione di cedimento articolare è il secondo sintomo più comune e alcune volte è presente idrarto (versamento eccessivo dei liquidi sinoviale nel ginocchio, la cosiddetta acqua nel ginocchio, oppure era latte, boh, a no, “mi fai veni il latte alle ginocchia” è un’altra cosa).
Tornando a noi l’arto può presentare ipermobilità della rotula; sublussazione; crepitio (scricchiolio) durante la flesso-estensione. In caso di condromalacia il dolore è più intenso e si aggrava con il movimento. Gli accertamenti diagnostici da fare si avvalgono dell’RX (radiografia standard), della TC (tomografia computerizzata) della RM (risonanza magnetica) e della artroscopia diagnostica. Bisogna in più escludere una genesi reumatica del dolore femoro-rotuleo con esami emato chimici.
Trattamento
La terapia del dolore si avvale dall’uso dei FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei, del riposo articolare, della terapia fisica locale (es. ionoforesi, ultrasuoni, tecar, campi magnetici). In più bisogna educare la persona a non intraprendere posture sbagliate viziate del ginocchio in massima flessione (es. gambe accavallate, ecc).
Dopo questa fase di cura della sintomatologia dolorosa va attuato un trattamento riabilitativo ed è questo l’aspetto che ci interessa maggiormente essendo professionisti nell’ambito del movimento perché fondamentale per una ripresa ottimale delle attività.
È importante potenziare il muscolo vasto mediale per favorire la centralizzazione della rotula attraverso l’azione delle sue fibre più orizzontali, detendere i muscoli ischiocrurali per favorire l’azione in estensione del ginocchio, ridurre le tensioni lateralizzanti della rotula dati dalla bandelletta ileotibiale e dalla retrazione del legamento alare.
Il protocollo riabilitativo per la sindrome femolo-rotulea richiede che sia rispettata la progressività del carico di lavoro nell’allenamento per non incorrere in recidive. Si parte con esercizi in scarico: streching sui muscoli tensore della fascia lata, piriforme, ileopsoas, medio gluteo, gastrocnemio, quadricipite femorale, ischiocrurali per elasticizzare la muscolatura.
Si proseguirà con il rinforzo del muscolo quadricipite soprattutto nella sua parte mediale con contrazioni concentriche in estensione del ginocchio da seduto: L’esercizio va fatto con il busto in avanti (flessione di anca) e schiena in estensione in modo tale da ridurre l’azione del muscolo retto femorale e il piede supinato cosi da consentire con questa posizione un maggiore contrazione del vasto mediale del quadricipite. Importante non superare i 30-35 gradi di flessione nel ritorno del movimento perché oltre questi gradi aumenta il rischio di iperpressione rotulea. In seguito i gradi di flessione potranno essere aumentati.
La fase successiva sono contrazioni isometriche del muscolo quadricipite stando a terra sul lato della schiena, in appoggio sui gomiti, l’anca ruotata esternamente e la gamba intraruotata in sospensione.
Dopo gli esercizi in scarico passiamo a quelli con carico dove gli esercizi propriocettivi la fanno da padrone per rieducare la sensibilità propriocettiva: un quarto di squat su superfici instabili (tavolette basculanti, bosu, materassini propriocettivi, ecc); e ripetiamo lo stesso schema con appoggio monopodalico e altre varianti. Possiamo poi passare ad esercizi di potenziamento con macchine isotoniche ed infine ad esercizi dinamici con varie andature sempre facendo attenzione alla massima flessione. Il trattamento chirurgico va preso in considerazione solo se tutti gli altri tipi di trattamento hanno fallito e la patologia limita in maniera seria le attività quotidiane. La chirurgia ha lo scopo di eliminare i sintomi e i segni di sofferenza della cartilagine patellare.
A cura di Dr. Cristian Mastropietro
Visualizza tutti i suoi articoli
RECENTI
Leggi altri articoli
Approfondimenti di esperti, consigli di allenamento e tendenze del settore per potenziare il tuo percorso di fitness con noi.

Italian Fitness Academy is Italy's #1 school for becoming a certified fitness instructor.
Numero Verde:
Amministrazione:
Platform
IFA Homepage
Our Courses
Pricing
Job Guarantee
Call to Action
Support
Contact us
FAQ
Sections
Whatsapp Support
Guarantee
Testimonials
Sections
© 2025 Italian Fitness Academy, Inc
Refund Policy
Terms of Service












